Frankie Hi-Nrg è un artista che non ha bisogno di particolari introduzioni, negli anni ha sapientemente unito cultura e tecnologia arrivando a far “rappare” chiunque si trovasse nei paraggi di un altoparlante che trasmetteva uno dei suoi brani. In questa intervista, Frankie ci illustra cosa sia cambiato dagli anni 90 ai giorni nostri nelle fasi di produzione in studio, gli strumenti utilizzati, i suoi progetti recenti e futuri, e come consuetudine per i nostri ospiti, ci racconterà interessanti aneddoti delle sue esperienze professionali.
Cosa è cambiato nelle fasi di produzione musicale dai tuoi primi brani ad oggi?
Quasi nulla nella fase di scrittura, parecchio in quella compositiva, quasi tutto dalla fase di recording in avanti. Tutte le mie produzioni le ho realizzate presso il Sound Studio Service di Città di Castello (PG): "Fight da Faida" è stato programmato su un atari1040 con Notator, un AKAI s1100 con 4Mb di ram (costava 11.000.000 di lire x 10 secondi di campionamento), moduli Yamaha TX81Z e TX802, registrato con AKG 414 su un Fostex 16 tracce (bobine da 1/2"), mixato con un banco analogico della Soundcraft 6000 e "masterizzato" su DAT. Per "Deprimomaggio" abbiamo usato AKAI MPC 2500, Reason ed altri moduli virtuali, su piattaforme PC/MAC, registrato con ProtoolsHD (una media di 100 tracce di recording a 24 bit) e mixato con banco DM2000. Il mastering lo ha fatto Mazen Murad (che ha lavorato con Dmitri Shostakovich, DJ Shadow, The Who ed altri) al Metropolis di Londra. Da Faida ad oggi si sono aggiunti moltissimi microfoni ed almeno 2 metri cubi di processori/compressori/multieffetti/abbellizzers con cui forgiare nuovi suoni. Le canzoni le scrivo come sempre: ora riesco ad ascoltarle "finite" parecchio prima, rispetto al passato.
Come affronti in questo periodo le fasi di pre-produzione e quali sono gli strumenti che usi?
Sicuramente l'AKAI MPC2500 e Reason formano un'abbinata vincente, specialmente ora che i nuovi controller (tipo l'MPD32) trasferiscono abbastanza bene l'agilità compositiva che offre l'interfaccia "à la MPC" sulle enormi potenzialità creative di Reason. Per l'MPC2500 ho utilizzato già in "Deprimomaggio" un sistema operativo "di terze parti", realizzato da un gruppo di utenti/musicisti/programmatori giapponesi che si fanno misteriosamente chiamare JapaneseJenius, che rivoluziona abbastanza radicalmente il modo in cui l'MPC funziona, aggiungendo nuove funzioni e correggendo con frequenti releases. Basta digitare JJOS su Google e troverete la versione per MPC1000 e per la 2500: costa un po' (dai 50 ai 130$ a seconda della versione), ma - dopo l'espansione di memoria - è il miglior regalo che possiate fare ai vostri campionatori. La pre-produzione dell'album, che ho realizzato insieme a Francesco Bruni e Lino De Rosa, entrambi miei musicisti, ha coinvolto anche l'uso di Nuendo e di iTunes.
Come ti muovi per poi svilupparle?
Ci siamo ritirati in una casa sulle colline umbre, attrezzando un piccolo studio collegando insieme gli strumenti e i computer di tutti e tre, ed abbiamo iniziato ad ascoltare musica, principalmente colonne sonore di compositori italiani anni '60 e '70, che già conoscevamo, ma che ci sono serviti per immergerci in un'atmosfera che ci aiutasse a restituire quel sapore unico che Franco Micalizzi, Armando Trovajoli e Ritz Ortolani hanno creato. Con l'MPC ho composto i beat (suoni e sequenze) di tutte le canzoni e molte basi per intero: per esempio "Squarto uomo", e "Call-center", a parte il basso e la chitarra, nascono come song dell'MPC. Ho scoperto che molti la usano solo come serbatoio di campioni ritmici cui accedere via midi: in realtà la versatilità d'uso del sequencer è notevole e le possibilità compositive sono moltissime, specialmente con JJOS. Qualsiasi cosa ci venisse in mente l'abbiamo suonata, registrata, tenuta o scartata: tutto. Se avessimo ancora il Fostex 16 piste avremmo avuto un approccio - credo - assai diverso.
Hai un qualche aneddoto curioso legato alle fasi di produzione da raccontare ai nostri lettori?
Una sera in questa bella casa di campagna, per niente insonorizzata, abbiamo scoperto che un particolare suono di basso metteva in risonanza tutta la stanza: porte, vetri, suppellettili, perfino il camino vibrava su quel tappeto di pochi Hz. Per quasi tre quarti d'ora ci siamo aggirati coi microfoni a caccia della "frequenza perfetta", cercando di isolarla dal resto della massa vibrante. Tre pazzi nella notte Umbra che si aggiravano tipo Ghostbusters in un casolare, immersi in un sub-muggito da Sound Clash per sordi. Poi è nata la base de "Il giocattolo": ascoltatela per capire.
Chi sono e quali mansioni hanno i componenti del tuo team in studio?
In "Deprimomaggio" hanno lavorato Francesco Bruni (pre-produzione, chitarre, arrangiamenti, recording), Alberto Brizzi (tastiere, arrangiamenti, recording), Marco Capaccioni (mix), Lino De Rosa (pre-produzione, basso), Leonardo "Fresco" Beccafichi (recording).
Questa squadra ti segue anche dal vivo?
Escluso Fresco, tutti gli altri si: da quasi vent'anni.
Che tipo di spettacolo/i proponi dal vivo?
Attualmente siamo in tour con uno spettacolo a metà strada tra il concerto tradizionale e l'esibizione di videoarte, con una scenografia videoproiettata in sync con ogni canzone che eseguiamo. I video sono stati realizzati da un gruppo di registi neodiplomati allo IED (Istituto Europeo di Design) di Milano e sono veri e propri videoclip. Un'esperienza multisensoriale. Per chi non riuscisse a vederci dal vivo può sempre farsi un giro su WORLDTV.COM/FRANKIELIVE per farsi un'idea di cosa stia parlando.
Passiamo ora la palla a Francesco, che ha programmato il sistema audio/video per il live di Frankie, poi spiegare ai nostri lettori cosa utilizzi e come hai configurato il tutto?
L’idea iniziale che abbiamo avuto io e Frankie era creare una specifica regia per lo show in cui tutti i brani in scaletta si sarebbero alternati seguendo un flusso continuo e costante di musica. L’esigenza era quella di collegare i pezzi tra loro utilizzando atmosfere musicali costituite da loops, drones o textures, coerenti ritmicamente o armonicamente con il brano successivo. Tale idea iniziale avrebbe costretto tutti noi a rispettare tempi troppo rigidi e prestabiliti durante il concerto. In questo caso gli interventi in scaletta di Frankie sarebbero stati programmati sempre nello stesso momento del concerto e avrebbero dovuto rispettare sempre la stessa durata. Per evitare tali costrizioni e gestire con versatilità ed elasticità lo spettacolo ho utilizzato Ableton Live installato in un notebook. Ho associato ogni scena di Live ad un brano o ad un intermezzo tra un brano e l’altro. In tal modo le tracce di ogni scena generano una serie di eventi: una traccia triggera le sequenze audio contenenti ciò che non è suonato dai musicisti, una traccia fa partire i video (alcuni dei quali con lip sync), una traccia gestisce il mio setup (seleziona l’amplificatore in uso, il canale e i preset del multieffetti), una traccia fa partire automaticamente alla fine del brano la scena successiva tramite un’interfaccia midi virtuale interna al notebook. Le note provenienti dalla traccia che gestisce i video vengono indirizzate in un secondo computer che le converte in stringhe di sistema esclusivo da indirizzare alle macchine video (DVM2 prodotte da Alcorn Mc Bride). Live è collegato ad un campionatore Akai S6000 che contiene le sequenze audio e i campioni della batteria elettronica. Nel notebook infine sono installati anche Reason linkato in rewire con Live ed altri strumenti virtuali, suonati dal tastierista durante la perfomance.
Grazie mille Francesco, torniamo a te Frankie. Recentemente nel nostro incontro abbiamo affrontato un allestimento di un set-up per i DJ-Set dal vivo, è una tua nuova estensione artistica?
Da qualche anno mi sono rimesso a fare il selector di musica Hip-Hop della mid-school (fine '80 inizio '90) e di musica elettronica NON minimal, di qualsiasi epoca purchè FORTE. Normalmente usavo cd e vinili, poi ho provato il Total Control della Numark, in abbinamento con la DJ I/O sempre Numark, che insieme a CUE formano un bel set-up insieme al mio MacBook Pro. La possibilità di suonare files è una grande conquista. Non ho mai provato sistemi Time-Code tipo Serato, ecc. e non dovendo fare turntablism, ma semplice selezione, non mi attirano più di tanto. Ho suonato al Magnolia di Milano, a Roma al Brancaleone, alla Stazione Leopolda di Firenze e in molti altri locali. Ho in programma di integrare anche l'MPD32 e provarla dal vivo.
Parlando di un produttore/turntablist in gamba, il DJ Pandaj, mi accennavi di questa vostra recente collaborazione nel brano che da’ il titolo alla sua recente opera “Herculaneum”. Spiegaci di cosa si tratta.
Ferdinando (Pandaj) mi ha proposto di scrivere un pezzo su questa sua composizione intitolata - appunto - "Herculaneum", un personale tributo alla sua città campana d'origine. Le sonorità così evocative mi hanno suggerito di recuperare la lettera che Plinio il Giovane scrisse all'amico Tacito in cui descriveva l'eruzione del 79 dc, in cui morì lo zio Plinio il Vecchio, e di "rapparne" una riduzione dell'originale latino. L'effetto è grandemente cinematico e Pandaj si conferma un agonista di questo stile.
Hai organizzato un remix contest per il brano “Pugni in Tasca”, che ha raccolto ben 220 Remix. Credi che in futuro questo potrebbe avvenire prima dell’uscita dell’album e dare quindi la possibilità al vincitore di entrare a far parte dei brani contenuti nel tuo prossimo album?
L'esperienza del contest su MySpace mi ha mostrato che ci sono dei produttori di qualità in cerca di sbocchi: grazie ad internet la collaborazione con altri può avvenire in qualsiasi fase della produzione, attraverso remix/mashups/strumentali/acappella. Anche un pezzo fatto e finito può diventare la base di una nuova idea creativa che la rete rende immediatamente disponibile a tutti.
Recentemente abbiamo pubblicato un articolo sul nuovo formato per la musica digitale, l’MT9. Ne hai sentito parlare, cosa ne pensi?
Non conoscevo questo formato: certo il fatto di fare una sorta di MP3 multi-traccia è estremamente accattivante. Sarebbe un po' come distribuire una canzone come raccolta di bounces delle tracce che la compongono; da cliente mi divertirebbe assai poter isolare singole tracce di un pezzo ed ascoltarle/studiarle/campionarle a piacere.. Speriamo che non comporti licenze onerose e che non diventi l'ennesimo bel formato spiaggiato a morte sulle rive del mercato.
Credi che la vendita di musica in formato digitale/liquido, ovvero senza supporto fisico, sia sulla buona strada per arrivare agli stessi livelli della musica su supporto?
Molto probabilmente si: è sempre più in forse la produzione di "album", internet è l'ideale mezzo di distribuzione dei singoli più che degli LP e - per ora - questo è il canale che ho intenzione di utilizzare per distribuire la mia musica. Ora che sono diventato un artista indipendente, con la mia etichetta/produzione/edizioni Materie Prime Circolari snc abbiamo pubblicato sul sito FAIRTILIZER.COM già 3 tracce in download gratuito, una delle quali - "M'illumino di meno" - ha dominato le classifiche dell'ultimo mese. Presto la mia musica sarà anche acquistabile su iTunes e sugli altri negozi internazionali. Gratis, a pagamento, in bundle, col peer2peer, comunque la musica circoli è un bene per la musica, per chi la fa e per chi la ascolta.
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