INTERVISTA: DIEGO STOCCO, SOUND DESIGNER

Ospite dell’intervista di questo mese è l’amico Diego Stocco, un Sound Designer “nostrano” da mesi trasferitosi ad L.A. dove presta la sua opera di “creativo del suono” all’industria cinematografica e dove ha modo di collaborare più da vicino con la Spectrasonics, azienda leader nel mercato mondiale dei Virtual Instruments professionali. Ogni volta che mi ritrovo a parlare con Diego è sempre un piacere, perché la conversazione assume sempre dei risvolti costruttivi vista la creatività e la passione che lo distinguono. Diego ha sempre una nuova tecnica di cui parlare, un nuovo modo di ottenere una tal sonorità. Quindi, ho pensato, perché non rendere partecipi anche voi?

 

Ciao Diego, con Spectrasonics hai ormai instaurato un rapporto di collaborazione importante. Puoi spiegarci i vari progetti a cui hai preso parte in passato?

La mia collaborazione con Spectrasonics è iniziata con Atmosphere. Ho partecipato fin dall'inizio in quella che è stata la transizione da azienda produttrice di samples CD ad azienda produttrice di strumenti virtuali. In Atmosphere il mio contributo è stato principalmente nella creazione della sezione Ambiencies, ho creato la maggior parte degli ambienti e anche qualche synth in multisample.Successivamente ho creato quasi la metà della Core Library di Stylus RMX, e qui gli approcci sonori stati i più svariati, ho creato groove adatti a colonne sonore, groove dance, chill out, drum & bass, e cose del tutto sperimentali.

 

Hai un qualche aneddoto da raccontarci riguardo alla realizzazione della Wavetable di Atmosphere?

C'è un ambiente in Atmosphere che è stato usato in tantissime produzioni, si chiama "Romeo and Juliet", è nato per caso un giorno mentre stavo giocherellando con un suono di arpa. Stavo suonando dei semplici arpeggi e a un certo punto ho provato una semplice triade minore, e… BUMM... ispirazione a palla!!! Più la ripetevo e più mi suggeriva qualcosa. Ho registrato quella triade in due ottave con un paio di piccole arpe celtiche, poi ho processato il suono per renderlo distante e vintage, alla fine ho anche aggiunto il rumore del vinile e processato il tutto attraverso una catena di delay e filtri. A suono completo ho pensato, "questo ambiente ha un qualcosa di romantico, ma anche di triste... tipo la storia di Romeo e Giulietta”, quindi ho deciso di chiamarlo "Romeo and Juliet".

 

Un altro per Stylus RMX?

Ho creato i primi groove per Stylus RMX nel 2001, facevano parte della demo che ho inviato a Spectrasonics, quando Eric (il capo della Spectrasonics, n.d.r.) li ha sentiti mi ha invitato a Los Angeles ed è poi nata la nostra collaborazione. All'epoca non c'era ancora RMX in cantiere, ma come ben sai per creare un progetto del genere servono anni di lavoro. Dunque, siccome volevo andare veramente fuori da ogni canone ho registrato il rumore della ventola del mio G3 (caro G3… R.I.P.) e mi sono auto-sfidato a creare un groove usando soltanto quel rumore. Il primo passo è stato creare gli elementi ritmici separati, non esattamente classificabili come cassa e rullante, ma elementi di intonazioni diverse. Questa fase è stata abbastanza intensa e ho praticamente scolpito il rumore con EQ, Compressori, Filtri, Pitch Shifter e altri trucchetti. Il passo successivo è stato creare il groove completo. Non mi interessava rimanere nell'ambito della musica concreta e quindi il suono è stato stravolto e reinventato completamente. Se qualcuno di voi ha Stylus RMX il groove di cui sto parlando è "160-Spheres".

 

Nel nostro ultimo incontro ad L.A. mi accennavi ad alcuni progetti per il cinema. Puoi darci qualche informazione?

Con Epic Score sto producendo molte tracce per trailer cinematografici, queste vengono poi date in licenza alle varie case di produzione in giro per il mondo. Il tipo di tracce che creo io si adatta molto bene a film horror o sequenze ad alto impatto emotivo, sono una combinazione di sound design e ritmiche serrate. Alcuni titoli dove sono state utilizzate le mie tracce sono: Saw, Awake, Resident Evil: Exctinction, Hitman, Jumper.

 

E anche per questa esperienza, puoi raccontarci di qualche suono, o effetto realizzato in modo inusuale?

Per una delle tracce fatte per Epic Score ho piazzato quattro microfoni nel garage di mio padre, garage che rasenta il limite della follia in quanto a disordine, poi ho preso delle canne di bambù e ho iniziato a sfasciarle contro tutto quello che mi capitava a mano, ho creato degli elementi di sound design allucinanti!

 

A proposito, un suggerimento tecnico volante per chi volesse lavorare in questo settore?

Dipende molto da cosa uno vuol fare, se si vuole lavorare come tecnici o come creativi. Gran parte della terminologia usata in Italia è in inglese, i termini sono quelli, quello che torna utile è sapere il significato esatto di quel termine, o i vari significati. Per farvi un esempio, quando si dice "sound designer" a cosa ci si sta riferendo? Sound designer per gli effetti o per la colonna sonora? Oppure, sound designer in quanto creatore di sample o come programmatore di synth? Come visione personale della cosa penso sia utile conoscere le varie realtà creative e tecniche che vanno sotto il nome di "sound designer". In quanto a strumenti ed hardware dipende se si lavora nel cinema oppure nell'ambito della produzione musicale. Nel primo caso lo strumento indispensabile è Pro Tools, nel secondo è molto più difficile stabilire cosa è essenziale visto che dipende da quello che uno fa. Però da quello che vedo io, anche in questo caso Pro Tools è lo strumento preferito per la gestione e l’editing del suono.

 

Andare a lavorare negli Stati Uniti è un sogno per molti ragazzi del nostro settore, ma sicuramente non è facile per via della burocrazia. Puoi spiegare a grandi linee cosa occorre fare a chi ci legge?

La procedura per ottenere un visto è abbastanza articolata, ne esistono di diverso tipo, però è difficile in due righe spiegare il tutto, su Internet ci sono molti siti specializzati con informazioni dettagliate. A mio modesto parere il requisito fondamentale però è avere la consapevolezza che vivere negli Stati Uniti non è come vivere In Italia. Se una persona è fortemente legata a tutto quello che lo circonda ed è poco disposta al cambiamento, difficilmente riuscirà ad integrarsi in un altro paese. Specialmente in città caotiche come Los Angeles. Bisogna essere convinti veramente per fare un salto del genere.

 

Concordo, e mi permetto di aggiungere che si tratta di un trasferimento da fare solo se si hanno già i contatti e un impiego certo. Bene, i lettori hanno già letto nel nostro reportage dal Winter NAMM 2008 di Omnisphere, nuova fatica della Spectrasonics, cosa puoi dirci di più?

La cosa migliore per conoscere lo strumento credo sia provarlo, da quello che leggo in giro ci sono parecchie informazioni confuse. Tante persone si chiedono per quali tipi di produzioni Omnisphere sia adatto. Omnisphere è uno strumento creato con una serie di concetti ben definiti, innovazione dal punto di vista sonoro e dal punto di vista sofware combinate con facilità d'uso. Il punto di forza di Omnisphere è quello di permettere anche all'utente meno esperto di accedere a timbriche di alta qualità senza dover diventare un esperto, ma soprattutto di poter personalizzare quelle timbriche con uno sforzo minimo, per non interrompere il flusso creativo.

 

E un ricordo indelebile dalle fasi di realizzazione di Omnisphere?

Il più eclantante penso sia quello relativo a "The Burning Piano", ovvero quando ho dato fuoco ad un pianoforte verticale e l'ho campionato mentre bruciava. Era già da un po’ che avevo questa idea folle per la mente. Anni fa avevo visto il film su Jerry Lee Lewis è mi era rimasto veramente impresso. La questione però era come campionarlo mentre bruciava, perché dare fuoco a un pianoforte per il gusto di bruciarlo non ha molto senso, infatti su YouTube ci sono parecchi video di gente che brucia pianoforti. Dopo aver studiato un piano ho preparato il tutto, ho portato il pianoforte all'aperto, posizionato microfoni, videocamera, estintori. Dopodiché mi sono detto "vai che si va", ho acceso il registratore e ho iniziato a dargli fuoco, ho registrato tutto, dall'inizio con fiammelle minime fino al fuoco completo. La temperatura era abbastanza alta e infatti ero preoccupato di bruciare i microfoni. Ho campionato tutto il campionabile, note, rumori di corde che esplodevano, i tasti che si sbriciolavano. IMPORTANTE: NON provate a replicare questa tecnica, è pericoloso per le persone e per le attrezzature. Abbiamo messo un Disclaimer anche nel video.


 

Puoi parlarci di almeno una delle nuove tecniche di ripresa microfonica sperimentate per la realizzazione della wavetable di Omnisphere?

C'è un'altro suono che ho creato registrando il rumore del filamento dentro a una lampadina. In questo caso la sfida è consistita nel catturare un suono estremamente debole in maniera dettagliata. Personalmente amo lavorare con set-up multi-microfonici, perché mi permettono di avere tanto materiale con cui lavorare come punto di partenza, ma in questo caso è stato essenziale avere più sorgenti da poter combinare insieme. Se provate a picchiettare una lampadina con il dito vi accorgerete che il filamento produce un suono interessante, ma molto debole, considerando anche che il filamento è dentro la lampadina. La difficoltà è stata quindi trovare delle posizioni dove la risonanza si sentiva meglio tenendo anche conto dell'allineamento della fase dei microfoni, cosa abbastanza complessa visto che i microfoni erano a circa 2 / 3 centimetri uno dall'altro, tutt'intorno alle varie lampadine che ho usato. Successivamente ho lavorato di fino con i denoiser per ripulire la registrazione da rumori di fondo vari.

 

Qual’è il tuo set-up hardware e software?

Come workstation uso Pro Tools HD, per il mio modo di lavorare è l'ideale perché ho bisogno di gestire decine di forme d'onda in maniera chiara ed ordinata. Oltre alla qualità del suono ovviamente. Come microfoni uso Røde NT4 e NT5, Audiotechnica, Neumann, Studio Projects, Groove Tube, Joemeek. Quando registro fuori dallo studio uso un Edirol R-4, va come un treno ed ha 4 canali a 96KHz disponibili. Software ne uso diversi ma ce ne sono alcuni che mi piacciono particolarmente. Izotope Trash e Izotope Ozone sono molto interessanti, parecchio flessibili in termini di opzioni. Tutto il pacchetto Pluggo è utilissimo (nonostante l'interfaccia sia spartana offrono delle cose interessanti). Uso anche Logic 8, ma solo per fare mappature veloci in EXS24. Infine come interfacce uso Apogee e come ascolti Gelenec e Blue Sky.

 

Di che attrezzatura non potresti mai fare a meno quando lavori?

Direi Pro Tools e le Genelec, perché essendo abituato da anni a lavorare con questi mi troverei scomodo a cambiare sistema.

 

Molti sound designer/producer stanno realizzando live-set nei club, pensi di sperimentare qualcosa di simile?

Non credo, la vedo un po’ distante come cosa da quello che faccio io. Non faccio sound design come performance, il mio è più un lavoro di ricerca, sperimentazione e soprattutto calibrazione dei dettagli. Però penso sia una direzione interessante quella dei live-set, per esempio la scena del Circuit Bending cresce sempre di più, ma sono ambiti che non necessariamente si incastrano con la produzione vera e propria di samples.

 

Hai comunque mantenuto rapporti professionali con l’Italia?

Ho mantenuto degli ottimi rapporti di amicizia con persone con cui ho avuto il piacere di lavorare per anni, in particolare con un musicista di grande talento come Mario Saroglia, produttore e proprietario della OmniaBeat, Milano. Con Mario ho partecipato a progetti che mi hanno dato modo di crescere sotto aspetti che non avevo ancora sviluppato, come per esempio in pubblicità e nella gestione di grandi eventi dal vivo. Inoltre c'è un ottimo rapporto anche con Roberto Lajolo di Midimusic, il distributore Italiano dei prodotti Spectrasonics.

 

Qualche suggerimento per i nostri lettori producer?

Fate più casino che potete e registrate il tutto, probabile che venga fuori qualcosa di interessante!

 

SITO WEB DI DIEGO STOCCO - SPECTRASONICS

Pubblicato in: Speciali & Interviste

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